sabato 25 dicembre 2010

cenone di san silvestro


VI RICORDIAMO CHE IL 31 POTETE ANCORA PRENOTARE PER IL CENONE, SE SIETE VEGETARIANI AVVERTITECI ALMENO 2 GIORNI PRIMA!

IL COSTO E' DI 35 €

A PRESTO!

QUICHE DI BROCCOLI PORRI E TOMA
CROSTINO DI CARNE CRUDA AL COLTELLO
INSALATA DI FINOCCHI E MELOGRANO
SALAME E MUSTARDELA CON LENTICCHIE


AGNOLOTTI ARTIGIANALI AL SUGO D'ARROSTO
CRESPELLE ALLA VALDOSTANA


BRASATO DI BUE ALLA BARBERA
PATATE TARTUFATE
CAROTE AL MIELE DI CASTAGNO E TIMO


SEMIFREDDO AL TORRONCINO CON CREMA GIANDUJA
SPIEDINI DI FRUTTA





Barbera e Cortese

Vinchio & Vaglio Serra

Spumante





PRENOTAZIONE NECESSARIA!
Cuciniamo solo cibi freschi, poter prevedere il numero di commensali ci facilita le cose, ci permette di ridurre gli sprechi e di curare con più amore le preparazioni

stinco di maiale alla birra blanche Boheme




In osteria puoi provare la nuova birra artigianale della Brasseria Alpina di San Germano Chisone.

www.birraboheme.com

domenica 5 dicembre 2010

GIOVEDI 16 DICEMBRE La frontiera addosso. Così si deportano i diritti umani. Un libro di Luca Rastello


Presentazione del libro con l'autore:
giovedi 16 dicembre ore 21 circa
La frontiera addosso. Così si deportano i diritti umani.
Un libro di Luca Rastello. Recensione a cura di Sandro Chignola per Il Manifesto

Il 9 dicembre 2009 le agenzie battono la notizia della morte di un senza tetto a Roma. All’angolo tra via Principe Eugenio e Piazza Vittorio viene trovato il corpo senza vita di un immigrato. Si chiamava Mohammed Muzzafar Alì. Ma tra i migranti e i militanti antirazzisti romani era noto come Sher Khan, la Tigre. Aveva fondato la UAWA, l’Unione dei lavoratori asiatici e la sua voglia di vivere aveva attraversato l’intero ciclo di lotte degli invisibili dagli anni ’90 sino a quel momento. Con don Luigi di Liegro, fondatore della Caritas, aveva guidato la storica occupazione della Pantanella nel 1991, quando tremila persone si erano procurate un posto dove poter stare e non morire, appunto di freddo.

La sera del 13 ottobre 2008, sostenuti dai Centri Sociali Gabrio e Askatasuna, un centinaio di rifugiati e di richiedenti asilo, tra di loro donne incinte e bambini, occupa a Torino l’ex clinica San Paolo. Dopo lunghe trattative, dovranno andarsene nell’aprile 2010. Nonostante il loro status preveda, per la Convenzione di Ginevra, il diritto di essere protetti, verranno abbandonati a sé stessi e, per molti di loro, il destino sarà l’espulsione.

Tra queste due vicende si colloca l’intera parabola della trasformazione del diritto di asilo in Italia e in Europa; lo scatenarsi di una guerra silenziosa e non dichiarata contro i rifugiati; l’abbozzarsi di una riorganizzazione complessiva del sistema dei confini e degli assetti fondamentali del diritto delle migrazioni. E’ merito di un recente libro di Luca Rastello (La frontiera addosso. Così si deportano i diritti umani, Laterza, 2010, pp. 280, € 16) l’aver fatto il punto sulla situazione.

Quella che i richiedenti asilo incontrano mentre cercano di arrivare in Europa è una situazione affatto paradossale: i paesi di immigrazione, che pure riconoscono la Convenzione di Ginevra, tendono ad aggirare la Convenzione di Dublino (1990; 2003) che assegna allo Stato entro il quale il richiedente asilo abbia fatto irregolarmente ingresso provenendo da uno Stato esterno all’UE la competenza sull’esame della domanda di asilo, qualificandolo contemporaneamente come stato di residenza per il richiedente. Inoltre, nell’esame delle richieste, viene spesso fatto valere un principio restrittivo che pretende di verificare, in cittadini stranieri in fuga da guerre civili o da oggettive situazioni di miseria e di violenza, la reale minaccia di un rischio o di una persecuzione personale che non prende in considerazione l’evidenza delle situazioni di povertà o di fame dalle quali il migrante è in fuga. E ancora non basta: i bastioni d’Europa vengono infine difesi con procedure di esternalizzazione del controllo che annullano, anche non facendolo formalmente, la Convenzione di Ginevra, indirizzando i respingimenti di migranti, e dunque degli stessi rifugiati, verso paesi che non la riconoscono, come la Libia, o affidando a «paesi-tampone», che in molti casi non brillano per efficienza o per trasparenza, la verifica della sussistenza dei requisiti per il riconoscimento del diritto d’asilo.

La parte decisamente più interessante del libro di Rastello è quella che ricostruisce questo meccanismo. Ed in particolare, il modo attraverso il quale opera l’agenzia europea FRONTEX esternalizzando le frontiere ed erigendo dispositivi di controllo ben oltre i confini formali dell’UE.

Nell’aprile del 2010 Ilka Laitinen, direttore di FRONTEX, ha avuto modo di ricordare il compito principale dell’agenzia europea in questione: «assistere tutti i paesi per il rimpatrio dei migranti irregolari», sostenere Italia e Malta nel controllo del canale di Sicilia, la principale rotta migratoria in direzione dell’Europa (almeno sino all’ascesa della Turchia e dell’Ucraina), impegnarsi a fondo nei confronti di Tripoli, «per far chiudere una volta per tutte le rotte del traffico degli immigrati».

Si tratta di esercitare una pressione costante sulle vie del diritto di fuga – l’evocazione del «traffico di esseri umani», va ricordato, è la comoda foglia di fico con cui ci si copre gli occhi di fronte alla violenza, alle torture, all’orrore dei campi e delle carceri libiche, greche, maltesi, tunisine, maliane, ucraine, serbe e di quelle dei molti altri paesi extraeuropei, cui viene affidata, con fondi europei, la gestione dei fenomeni migratori e la sicurezza del «virtual border» dell’Unione – fatta di pattugliamenti in mare, di controlli via terra, di operazioni di filtro negli aereoporti, delle operazioni speciali del battaglione «Rabit» (Rapid Border Intervention Team), dell’organizzazione di operazioni di ritorno (altro eufemismo per esplusioni coatte) gestite anche attraverso voli charter congiunti.

Missioni di controllo marittimo dagli esotici nome in codice sono in corso sulla rotta atlantica verso le Canarie, nello stretto di Gibilterra, fra Spagna, Marocco e Algeria, tra Algeria e Sardegna, nel canale di Sicilia, nel Mar Egeo, tra Turchia e Grecia, nel Mar Nero, nel Mar Baltico. Questi pattugliamenti, quando non esplicitamente affidati a paesi extraeuropei dotati di mezzi, addestramento e finanziamenti europei – come nel caso delle tre motovedette d’altura affidate ai libici che hanno recentemente aperto il fuoco su di un peschereccio italiano in acque internazionali – rappresentano una delocalizzazione e un’esternalizzazione dello spazio giuridico europeo, che a sua volta si introflette e si addensa, ma solo per gli aspetti della propria costellazione concentrazionaria, negli aereoporti o nelle stazioni marittime e ferroviarie delle principali città europee.

Respingere indiscriminatamente i migranti senza la fatica di accertarsi se tra di essi vi siano profughi o richiedenti asilo; deportarli in supposti paesi di provenienza senza aver verificato se lo siano davvero; trattare adulti e minori allo stesso modo; spegnere i riflettori sui carceri di Ganfruda, Kufrah, Tuaisha-Binkeshir, Misratah in Libia, sulla «Guantamanito» di Novadhibou in Mauritania, sui molti campi nei posti di frontiera sahariani dove finiscono rinchiusi moti di coloro che sfuggono alla morte nella traversata del deserto; accendere convenzioni bilaterali con i paesi extraeuropei vincolandoli ad accordi di riammissione dei migranti espulsi dall’UE in cambio di aiuti economici (è la pratica di cooperazione diffusa tra singoli nazioni europee e paesi quali Albania, Moldavia, Bosnia-Erzegovina, Macedonia, Russia, Ucraina, ma anche con Macao, Cina, Hong-Kong, SriLanka, Pakistan...); preparare i dossiers per la candidatura all’ingresso nell’Unione con esplicito riferimento al controllo delle frontiere e dell’immigrazione clandestina e alla localizzazione dei Centri di permanenza e identificazione da realizzarsi; reclutare le organizzazioni del terzo settore specializzate nell’assistenza ai migranti e ai rifugiati (tra tutte l’IOM e l’UNHCR) ai fini dell’invisibilizzazione della guerra in realtà silenziosamente condotta contro di loro, sono tutti strumenti utilizzati per impedire fattualmente che rifugiati e richiedenti asilo, indiscriminatamente trattati come clandestini, possano accedere ai diritti che la Convenzione di Ginevra gli riconosce.

Il libro di Rastello ricostruisce nei particolari il sistema di «clandestinizzazione» coatta della migrazione internazionale, assegna un nome ai molti buchi neri della catena omicidiaria che disegna un altro confine dell’Unione Europea, lavora, con dovizia di particolari sulle statistiche ufficiali e non della guerra quotidianamente condotta contro i migranti. Permette di vedere da un altro punto di vista, quello forse accessibile ad uno sguardo più acuto, come proceda la tracciatura dello spazio giuridico europeo attraverso la normalizzazione delle procedure di emergenza con cui viene affrontato lo stato d’eccezione permanente della crisi umanitaria.

E tuttavia viene da chiedersi se l’angolo d’approccio scelto, quello del diritto d’asilo, sia il più adatto per parlare degli attuali regimi migratori. Se il discorso sul confine e sulla frontiera, sull’esternalizzazione del controllo, non rischi di sostenere la retorica che, nel discorso pubblico, valuta il migrante come sempre in ingresso o in espulsione, sospeso tra un dentro ed un fuori, senza tenere in considerazione il fatto che il migrante è in realtà, in molti casi, da sempre già qui, per così dire; entrato con un visto turistico o nella finzione di una quota flussi, nato da genitori stranieri o clandestino per un licenziamento o per un permesso di soggiorno non rinnovato oppure in attesa di rinnovo; materiale presenza su una gru del lavoro vivo vampirizzato nei gironi infernali del lavoro nero e precario.

E ancora: se le configurazioni e trasformazioni attuali del diritto (gerarchizzazione del diritto di cittadinanza; informalità e discrezionalità dell’agire amministrativo in rapporto al diritto di restare; denazionalizzazione, desovranizzazione, decostituzionalizzazione dei codici e circolazione di norme che definiscono materialmente uno spazio giuridico transnazionale non esclusivamente europeo, dato il suo protendersi e il suo prolungarsi al di fuori d’Europa e il suo lavorare con meccanismi e dispositivi importati da altrove: così nel diritto del lavoro o dei contratti ad esempio…) possano essere descritte, in rapporto alle migrazioni contemporanee, facendo riferimento ad una Convenzione di Ginevra disattesa o tradita.

Il richiedente asilo non è un clandestino: è questa la distinzione che orienta il lavoro di Rastello. Clandestini, sono tutti coloro che lo spazio giuridico globale produce come tali, varrebbe forse la pena di ricordare. Quella vasta parte dell’umanità invisibilizzata dalla grande macchina dell’accumulazione globale che ritrascrive continuamente la differenza tra i molti Nord e i molti Sud del mondo. E che per funzionare, lavora disegnando zone di eccezione, perimetri di saccheggio, aree in cui stabilizzare regimi duali di lavoro subordinato.

Fuggire davanti a questa macchina è certo possibile e giusto. Pensare che essa conceda asilo al di fuori di essa, invece, forse solo del tutto illusorio.

[ lunedì 22 novembre 2010 ]

TORTA DI NOCCIOLE SENZA FARINA



Ecco una ricetta che può essere adatta ai sempre più numerosi intolleranti alle farine, questa torta è molto buona, la troverete spesso presente nel nostro menù autunnale.

3 hg di nocciole
3 uova
150 gr. zucchero bianco o di canna
un cucchiaio di cacao a piacere

Montate i rossi con lo zucchero e il cacao, i bianchi a neve soda, tritate molto bene le nocciole.

Unite le nocciole ai rossi e zucchero e per ultimo i bianchi, delicatamente.

Infornate a 150° per 45 minuti, un'ora.

domenica 28 novembre 2010

ZENZERELLO alternativa al limoncello




* Radice di zenzero fresco 150 g.
* Alcol da liquori a 95 gradi 1 litro
* Zucchero 1 kg. se usate quello di canna rimarrà più scuro
* Acqua 1 litro

Preparazione
Lavate lo zenzero ed asciugatelo bene, e poi tagliatelo a fettine sottili. Mettetelo in un barattolo a chiusura ermetica assieme all’alcol, e lasciatelo riposare un minimo di 3 settimane in un luogo buio.
Trascorso il tempo di maceratura, preparate uno sciroppo con l’acqua e lo zucchero e fatelo raffreddare. Filtrate l’alcol e versatelo nello sciroppo, mescolate ed imbottigliate. Aspettate un mesetto prima di berlo. Anche prima va bene, risulterà più alcolico...

Studi recenti hanno confermato diverse proprietà di questa radice, ad esempio contro la dispepsia: esso infatti è capace di agire efficacemente su tutto l'apparato digerente, nei casi di inappetenza o di digestione lenta e laboriosa, flatulenza, meteorismo e gonfiore intestinale per le sue proprietà carminative. Ma esso si è dimostrato efficace anche contro il mal d'auto, la nausea e il vomito in gravidanza, e come antispasmodico.

Si sono avute quindi molte conferme sulle proprietà attribuite allo Zenzero dall'uso popolare tradizionale, in particolare sull'effetto antiemetico; esso si è dimostrato anche efficace in caso di reumatismi, gastrite e ulcera, mal di testa, ed è stata anche confermata la sua attività antiossidante.

Nella medicina araba esso è considerato afrodisiaco e alcuni popoli dell'Africa ritengono che mangiare regolarmente Zenzero preservi dalle punture delle zanzare. Utilizzato per applicazioni esterne lo Zenzero ha una leggera azione revulsiva, che viene sfruttata per fare cataplasmi contro i reumatismi e nelle odontalgie.

MONTAGNE DI CACHI....


COSA FARE QUANDO ARRIVA LA STAGIONE DEI CACHI E TI SOMMERGONO?
RICETTA MIRACOLOSA...
CACHI SOTT'OLIO






prendete i cachi duri dall'albero
vino bianco
aceto
olio
Procedimento :
Pulite i cachi e togliete la calotta, metteteli in una pentola capiente e copriteli con l’aceto ed il vino (proporzione 1:1) devono esserne ricoperti, altrimenti diventano marroncini e lasciateli cosi’ per 15 giorni.

Poi tagliateli a fettine e lasciateli asciugare qualche ora su di un canovaccio.
Metteteli sott'olio in barattoli.

FINE

giovedì 25 novembre 2010

I FASTI LIVE SABATO 27 NOVEMBRE




I FASTI
LIVE IN OSTERIA

SIAMO FELICI DI AVERLI DI NUOVO TRA NOI!

domenica 21 novembre 2010

castagne mon amour


Torta di farina di castagne...facilissima!

6 uova
130 zucchero
150 farina bianca
50 farina di castagne
60 burro
una bustina lievito

monta le uova con lo zucchero poi aggiungi farine e per ultimo lievito

inforna a 175° per 45 minuti


io la servo con salsa di cachi

giovedì 11 novembre 2010

IL PANE IRLANDESE! velocissimo da fare


ecco lo sapevo per colpa della mia amica Barbara adesso sono diventata dipendente da questo pane buonissimo.
attenzione a non abusarne se non volete traformarvi in balene!

ricetta:
230gr farina bianca
450 farina integrale
(io uso la farina di farro ma potete usare grano)
1 cucchiaino di bicarbonato
1 cucchiaino di sale
mezzo litro di latte fermentato (quello abit che trovate presso gli alimentari arabi)

mischiate la farina con sale e bicarbonato poi il latte, impastate molto velocemente, deve risultare un impasto morbido ma non appiccicoso, nel caso appiccichi aggiungete un po' di farina bianca...fate una pagnotta e incidete una croce con il coltello

poi in forno 40 minuti a 200gradi

questo pane è buonissimop con il burro salato e il salmone, oppure a colazione con marmellata...mmmmmmmmm

domenica 7 novembre 2010

PRESENTAZIONE LIBRI DOMENICA 14/11 ALLE 17



Due amici e colleghi, giornalisti musicali e non solo, presentano i loro rispettivi esordi letterari, chiacchierando
di musica, passioni ed esperienze, fra aneddoti esilaranti e conflitti più o meno risolti.
Andrea Pomini, pinerolese, è autore di Tutto qui – La storia dei Massimo Volume, prima biografia
di uno dei gruppi italiani più importanti di sempre, esempio mirabile di commistione fra rock e poesia.
Maurizio Blatto, torinese, è autore di L'ultimo disco dei Mohicani, divertentissima osservazione
degli appassionati di musica e delle loro fissazioni da dietro il bancone di un negozio di dischi.


TUTTO QUI. LA STORIA DEI MASSIMO VOLUME
Nati nel fermento creativo della Bologna dei primi anni Novanta, quella del DAMS e delle case occupate, e da lì partiti per una carriera che li ha portati sui palchi di tutta Italia, i Massimo Volume sono uno dei gruppi più importanti e amati della generazione che ci ha regalato gli Afterhours, i Marlene Kuntz e i Subsonica. L’ultimo capace di parlare una lingua davvero originale, incontro senza precedenti di suoni rock d’avanguardia e respiro letterario. L’ultimo capace di cambiare delle vite sul serio, grazie al potere evocativo delle storie e all’intensità del suono. Erano ragazzi di provincia ma sembravano alieni in arrivo da un altro mondo, allo stesso tempo molto lontano e molto familiare. Restano storici e fondamentali i loro quattro (per ora) album: Stanze, Lungo i bordi, Da qui e Club Privè. Tutto qui è il primo volume mai scritto sui Massimo Volume. Frutto di un lungo lavoro di interviste e ricerca, è una storia raccontata direttamente da chi c’era, dai membri del gruppo passati e presenti, amici, collaboratori, colleghi, addetti ai lavori. Una ricostruzione corale delle vicende pubbliche, delle storie personali, dei conflitti, dei successi e dei fallimenti. Fino allo scioglimento, annunciato nel 2002, e alla reunion del 2008, inizialmente occasionale e poi concretizzatasi in una nuova formazione, in un disco dal vivo e in un nuovo album in uscita.


ANDREA POMINI Giornalista, reporter, critico musicale, blogger e DJ. Scrive per Rumore, La Repubblica, Il Giornale della Musica, ha scritto anche per Rolling Stone e D-La Repubblica delle Donne.

presentazione libro domenica 14 /11 alle 17




Maurizio Blatto. L'ULTIMO DISCO DEI MOHICANI. Il libro nato in uno storico negozio di dischi di Torino

Backdoor, Torino: siamo aperti. A cosa? Grossomodo a tutto. E a tutti. In particolar modo a quelli che davvero non pensavate potessero esistere. E invece esistono, sono il variopinto circo di clienti - più o meno occasionali, più o meno appassionati, più o meno folli - di uno storico negozio di dischi specializzato in vinile e intento a vivere l'amore per la musica dall'altra parte della barricata: un luogo talmente vero e talmente incredibile da essere più pop di un coretto dei Beach Boys. Ecco, allora, sfilare il piastrellista devoto al funky e alle donne di colore, l'audiofilo sorpreso dalla moglie con uno stereo in un appartamento affittato di nascosto e l'uomo che ha inventato i Massive Attack. Per non parlare dell'immigrato slavo che voleva morire sotto la sezione reggae, dell'indomabile Sentimentalista o del fan degli Alarm con documenti compromettenti per la FIAT...gente strana?
Se la pensate così, non vi siete mai trovati di fronte a quei clienti che, incerti su cosa comprare, hanno chiesto: "Ma Che Guevara ha fatto più niente?".

MAURIZIO BLATTO
Nato a Torino nel 1966, ha accantonato sul nascere una carriera da avvocato preferendo Backdoor, storico negozio di dischi cittadino. Collabora da anni con la rivista musicale "Rumore". La sua canzone è How Soon Is Now? Degli Smith. Dovendo scegliere, sceglie vinile. L'ultimo disco dei Mohicani è il suo primo libro.


"Ad afro punk come stiamo?". "Scusi, ma cosa intende per afro punk?". "Mah, tipo quello lì, Jack Morriso, quello dei The Doors. È morto no?"
"Ce l'ha quello dei Led Zeppelin con la supposta in copertina?"


Maurizio Blatto
L'ULTIMO DISCO DEI MOHICANI
Collana: Le Torpedini, Castelvecchi editore
pp. 229 - euro 15,00

www.castelvecchieditore.com

domenica 31 ottobre 2010

VENERDI 5 NOVEMBRE SI CUCINA PESCE










SOLO SU PRENOTAZIONE ENTRO GIOVEDI SERA 25 EURO
SOLO PESCE PESCATO, NO ANTIBIOTICI, NO ALLEVAMENTI

giovedì 21 ottobre 2010

Trotsky Tulsky IN CONCERTO GIOVEDI 28 OTTOBRE


Un giorno Serge, un caro amico belgico, ci ha chiamato e ci ha detto..." ma posso suonare da voi ad ottobre?"...
E certo CHE PUOI!!!

Quindi giovedi 28 ottobre venite numerosi!
Non ve ne pentirete.
MOULES ET FRITES POUR TOUT LE MONDE!!!!

SE NON VI FIDATE E VOLETE ASCOLTARLI ECCOVI IL LINK
http://jacquestombeng.info/?p=58

domenica 19 settembre 2010

PREPARATEVI A GUSTARE I PORCINI CI SIAMO QUASI!


FINALMENTE UN PO' DI PIOGGIA, ASPETTIAMO I FUNGHI CON ANSIA per fare una luculliana cena a base di funghi!

venerdì 17 settembre 2010

da Parigi a Prarostino





Ecco le foto, hanno suonato per noi a luglio e sono stati meravigliosi!!


Direttamente dal mitico

"Bal des Pianos / Bal Bardak"

di Parigi

4 musicisti in 2 gruppi si intrecciano e re-inventano repertori popolari

Tango serbi, Blues di Transylvania, Milonga Musette, Java Radio-Klezmer, Ballo zingaro... Metamorfosi della gallina nella lupa, scambio erotico di maschere, le figure si invertono in una musica che mira alla danza e all'invenzione sempre nuova del Ballo.



GALINA LA LUPA

&

LA MENINA SIN NOMBRE




Filippo Bonini Baraldi - violino
Maxime Oudry - contrabbasso
Florent Manneveau - Sassofono
Jérôme Soulas - Fisarmonica

lunedì 13 settembre 2010

GIOVEDI 16 SETTEMBRE ALLE 21.15 presentazione libro>>>LIBERI DALLA CIVILTA'


PRESENTAZIONE DEL LIBRO CON L’AUTORE

<<< LIBERI DALLA CIVILTA’ >>>
di Enrico Manicardi
PREFAZIONE DI JOHN ZERZAN

Un testo fondamentale per tutti coloro che guardano a una nuova presa di coscienza ecologica: quella di chi vuole cominciare a indagare le cause dei mali del nostro tempo e non si lascia più ingannare dai rimedi di chi lavora solo per sopprimerne gli effetti.

Enrico Manicardi è nato a Modena nel 1966 ed è membro storico del Circolo Culturale Libertario LA SCINTILLA. Avvocato, fondatore del progetto di comunicazione antiautoritaria INFEZIONE, chitarrista e compositore dell’omonima band degli anni Ottanta, aspira da sempre a vivere in un mondo libero, radicalmente decentrato, ecologicamente intatto e contrassegnato da relazioni calde, spontanee, non gerarchiche, non consacrate al culto della tecnica. Preoccupato per il soccombere del vivente ai colpi di una civilizzazione che estranea, addomestica, irreggimenta tutti e tutto, continua a liberare la sua voce di protesta contro il progetto di un mondo in cattività. L’auspicio è quello di veder crescere questa voce in un coro sempre più affiatato e capace di fermare questo progetto.

sabato 4 settembre 2010

PROSSIMAMENTE IN OSTERIA

VENERDI 10 SETTEMBRE CENA LIGURE


DOMENICA 12 SETTEMBRE PRESENTAZIONE DEL LIBRO
di luca de antonis ore 17,30
miele e kerosene

VENERDI 17 SETTEMBRE CENA ROMANA






si prega di prenotare entro il giovedi precedente. Grazie!

giovedì 2 settembre 2010

prossimamente in osteria-PRESENTAZIONE MUSICATA CON L'AUTORE


Diapositiva 1
L’AUTORE
Luca De Antonis. Verbanese, vive in campagna fuori Torino. La sua prima passione sono i viaggi: ha visitato molti paesi del sudest asiatico, ma anche dell’Africa sahariana, del Nord e del Sud America. Ha visitato l’India, la Cina e, ultimamente l’Australia. Appassionato di musical, jazz e musica tradizionale americana, ha utilizzato la sua esperienza di scrittore divulgativo nel campo della manualistica tecnica per cimentarsi in Miele & Kerosene, che è il suo primo romanzo (PAOLA CARAMELLA EDITRICE).

Diapositiva 1
IL LIBRO
Si tratta di un romanzo biografico sulla vita di Josephine Baker, dalle peripezie dell’infanzia nel Missouri al successo di Harlem, alla consacrazione quale soubrette più amata e pagata di Parigi. Dai suoi amori controcorrente alle vicende della Guerra, all’adozione di bambini raccolti dovunque.
In questo libro c’è molta musica, molto jazz, molto Novecento.

IL PROGETTO
Racconto musicale con pianoforte (Giancarlo Capozzoli), tromba e voce (Luca De Antonis), e una rassegna di immagini del Novecento, che si intrecciano con la vita di Josephine.

finite le susine arrivano i fichi!




Dopo tanto riusciamo ad aggiornare un po'questo blog..è difficile gestire un'osteria e anche un blog!
Tra poco alcune ricette con i fichi, domani vado a raccoglierli e poi vi dirò!

torta di susine--buonissima!



Ingredienti
1 Kg di susine molto sode (preferibilmente nere)
250 gr di farina di farro
150 gr di zucchero di canna integrale
100 gr di uvetta
60 gr. di burro
4 uova
Rhum
1 bustina di lievito

Preparazione
Tagliare le prugne e insieme all'uvetta metterle in una zuppiera con un bicchiere di rhum oppure marsala e 2 cucchiai di zucchero di canna e lasciate macerare per un'ora.
Accendete il forno a 180°.
Montare le uova intere e aggiungervi lo zucchero a poco a poco.
Aggiungere il burro sciolto (lasciatelo raffreddare), poi amalgamare dolcemente la farina setacciata e infine il lievito e la vainillina.
Scolate bene la frutta e aggiungerla all'impasto.
Imburrare e infarinare una teglia di almeno 30 cm di diametro , versatevi l'impasto e ponetela nel forno caldo.
Cuocete per circa un'ora.

si può servire con una salsa allo yogurt:
Ingredienti
:
un vasetto di yogurt intero
il sugo della frutta colato
250 gr di panna montata zuccherata.

Mettete lo yogurt in una terrina fredda mescolatevi il sugo della frutta (in cui avrete frullato due o tre susine macerate), fermandovi se dovesse diventare troppo liquido, poi incorporate lentamente la panna montata mescolando dall'alto verso il basso.
Tenetela in frigo e servitela con le fette di torta.

giovedì 8 aprile 2010

ULTIMA SERATA CORSO DI DEGUSTAZIONE IL VENETO: EA FRITOA


indiscussa regina dei dolci veneziani, la frittella, o meglio "ea fritoa"!
Da sempre considerata il dolce nazionale della Repubblica Serenissima, "gustata" non solo a Venezia, ma in tutto il territorio veneto friulano, fina quasi alle porte di Milano, "ea fritoa" veniva prodotta esclusivamente dai fritoleri, che quasi a sottolineare questa loro ufficialità, nel '600 si costituirono in associazione.
Anche se l'autentica frittella rimane comunque quella veneziana, in tutto il Veneto si diffusero ricette locali, dove troviamo quelle confezionate con frutta immersa nella pastella o con fiori o con ortaggi, in alcuni casi perfino con erbe spontanee di prato e di monte e ancora con il riso e la polenta.
Di seguito la ricetta originale.


Ricetta di Carnevale, le frittelle
- Descrizione della ricetta originale

Ingredienti:
farina bianca "00"
uvetta sultanina
zucchero
uova
latte
lievito di birra
zucchero vanigliato
sale, olio di semi (o strutto) per la frittura
aromi (buccia di limone o arancio)

io ci aggiungo un po' di cannella e al posto dell'acqua uso il latte

Preparazione:
Mescolare in una terrina la farina con latte, uova e zucchero, facendone un impasto abbastanza tenero - aggiungere un pizzico di sale - un po’ di lievito di birra - uva sultanina bagnata ed infarinata e si rimesta molto bene cercando che tutto si amalgami - lasciare lievitare il composto, coperto con un tovagliolo, in un luogo tiepido, per alcune ore. Lavorare di nuovo il composto, aggiungendo, se occorre, un po’ d’acqua per avere un impasto fluido. Versare a cucchiaiate l’impasto in una padella con molto olio bollente, e quando si rapprende, voltarlo con una schiumarola fino a che prende un color marrone chiaro. Quando pronte, levarle con una schiumarola, posare su una carta assorbente, servendole a cupola su un piatto, coperte da un velo di zucchero vanigliato.

venerdì 2 aprile 2010


HO SCOPERTO CHE il Salame di cioccolato, anche detto Salame del papa è un dolce tipico della tradizione piemontese che si mangia nel periodo pasquale, quindi lo farò!
Mia nonna me lo faceva preparare da sola da piccolina, e lo chiamava AMBARADAN!

La ricetta la troverete domani, ora devo cucinareeeeeee

domenica 28 marzo 2010

la crema alla lavanda e fiori d'arancio

festeggiamo la primavera con una deliziosa crema al cucchiaio.
Ingredienti:
4 rossi d'uovo (bio)
3 cucchiai di zucchero
3 cucchiai di farina di farro
1 cucchiaio di fecola
1 litro di latte

Fai bollire il latte con 2 cucchiai di fiori di lavanda e 7 gocce di essenza di arancio acquistata in erboristeria di fiducia, volendo un baccello di vaniglia.

Intanto monta i rossi con lozucchero e successivamente aggiungi la fecola e la farina, unisci il latte a filo.

Fai rapprendere sul fuoco sbattendo continuamente, versa nelle coppette e servi fredda.

Io la decoro con petali di rosa, lavanda, quello che trovo in giardino!

Buon divertimento.

venerdì 26 marzo 2010

crostini neri alla serata di degustazione di vini toscani

Soffriggo un fine e abbondante trito di carota sedano cipolla in olio per dieci minuti. Aggiungo i fegatini, i cuori di pollo e i capperi e faccio andare per cinque minuti quindi sfumo con il vin santo. Frullo il tutto e metto da parte. Al momento di servire faccio tostare il pane toscano raffermo e ci spalmo su uno strato abbondante.

sabato 20 marzo 2010

Marocco il mercato di Tagounite



Il villaggio di Tagounite è facilmente raggiungibile da Marrakech con i bus CTM, direzione Ouarzazate e Zagora.
A Tagounite potrete contattare la famiglia Balatif presso il Café Du Sud, un ristorante che offre piatti gustosi e biologici.
Habib il cuoco ci ha ospitato a casa sua per un pranzo indimenticabile!

i cannoli siciliani


E non potevano mica mancare i cannoli alla serata dei vini della Sicilia, gustati con uno spumante metodo classico.

Io ci metto la ricotta di pecora, il cioccolato fondente a scaglie, un po' di essenza erboristica di arancio amaro, una spolverata di cannella.
Zucchero, non li amo molto i dolci troppo zuccherati quindi: 1 kg di ricotta, 130gr di zucchero.
Gnam!

venerdì 12 marzo 2010

breve corso di degustazione vini















Ecco che mercoledi scorso abbiamo fatto la prima lezione!
4 lezioni con piatti in abbinamento ai vini.

Il corso è a cura di Michele Perinotti, ha insegnato nei corsi ONAF, ONAV, FISAR.
Potete trovare nelle librerie il suo libro edito da Hoepli: "Dizionario enologico".

PRIMA LEZIONE --- mercoledi 10 marzo alle 20,30
un vino rosso Nebbiolo
un bianco Traminer ed uno spumante metodo classico.
Gli stessi vini accompagneranno la cena con i nostri piatti in abbinamento.

prossime lezioni
mer 17 marzo LA SICILIA
mer 23 marzo IL VENETO
mer 29 marzo LA TOSCANA

per prenotare
tel 0121 500277
cell. 3389842525

domenica 7 marzo 2010

la neve e la torta di pane

E Nimbus aveva ragione, qui nevica tantissimo. Mannaggia.
L'Orso è tutto bianco quale miglior momento per creare il blog dell'Orso, chiusi in osteria al calduccio mentre fuori sembra il polo nord?
Io oggi ho fatto la torta di pane, dolce invernale, per forza.
Ottima a fine pasto ma anche per la merenda, provatela.

Ingredienti
3 etti pane secco
2 uova
150 gr zucchero di canna
uvetta
cacao

Prendi 3 etti di pane raffermo e metti in un contenitore insieme a 1 litro di latte, una manciata di uvetta, 150 grammi di zucchero di canna, un cucchiaio di buon cacao amaro e lascia a riposo una notte.
Quando ti alzerai, domattina, sarà poi ora di aggiungere al composto 2 uova ed un bicchierino di grappa o marsala, piccolo, sennò la torta sa solo di grappa!

Inforna per 30/40 minuti a 180°